Uno zaino pieno di...

UNO ZAINO PIENO DI…

Nel film
Tra le nuvole (Up in the Air), Ryan Bingham (George Clooney) usa la metafora dello zaino che ognuno porta sulle spalle per indicare gli affetti e gli attaccamenti che possono appesantire la vita di un individuo limitandone la libertà.

Quando assume un nuovo manager, l’azienda deve essere consapevole che il nuovo assunto porta con sé questo bagaglio e che in esso non ci sono solo fiori, profumi e regali ma anche cose maleodoranti: cattivi capi, esperienze negative, frustrazioni legate ai precedenti datori di lavoro. Più assumete un candidato esperto, più il suo zaino è pieno, nel bene e nel male.

Durante i colloqui di selezione i recruiter professionisti sanno come andare a scandagliare questo bagaglio e statene certi, qualcosa da scoprire c’è: nessuno lascia situazioni ideali! I candidati non parleranno spontaneamente delle loro esperienze negative: metteranno in risalto i risultati raggiunti, si mostreranno fiduciosi, ottimisti e faranno di tutto per dimostrare che loro sono le persone di cui l’azienda ha bisogno. Ma, nella stragrande maggioranza dei casi, stanno magari inconsapevolmente fuggendo da qualche situazione negativa. Si sentono sottovalutati per non aver ricevuto quel riconoscimento che ritengono di essersi guadagnati; sono le vittime di un collega aggressivo e ruffiano; forse non sono il bersaglio di alcun comportamento specifico, ma sono immersi in una cultura aziendale di slealtà o sfiducia.

Perciò quando il nuovo manager entrerà per la prima volta in azienda si porterà dietro il suo zaino e osserverà quello che gli accade attorno con le lenti deformate delle sue esperienze, soprattutto di quelle negative. In particolare, sarà ipersensibile verso tutto quello che gli ricorda le esperienze spiacevoli dalle quali sta fuggendo. Se avete scelto un bravo consulente per la selezione, questi vi avrà messo sull’avviso su quali siano queste ipersensibilità. Altrimenti dovrete giocare al buio ma, in un caso e nell’altro, quando accoglierete il nuovo manager dovrete porre molta attenzione a costruire un percorso che lo motivi, non che lo spenga subito.

Anche i nuovi assunti con un enorme potenziale arrivarono con il loro pesante zaino emotivo, come prima cosa vanno perciò aiutati a scaricarlo, in modo che possano esprimere fino in fondo il loro potenziale.

Queste alcune azioni che possono aiutare il vostro nuovo assunto a liberarsi del suo fardello.

Creare un ambiente di supporto.
Se la cultura dell’azienda non è già improntata all’accoglienza e alla inclusione, create un programma di inserimento. Chiedete a dei volontari positivi di prendere il caffè e pranzare con il nuovo collega almeno nelle prime settimane di lavoro. Niente spegne di più velocemente un neo assunto dello stare seduto da solo alla scrivania mentre altri chiacchierano tra di loro.

Stabilire frequenti incontri e check-up.
Se i check-up regolarmente programmati non fanno già parte dello stile aziendale, aggiungeteli al programma delle attività. Ideale è fare check-up settimanali con i nuovi dipendenti per assicurarsi che si sentano supportati. Inoltre, può essere una ottima strategia concordare con il consulente che ha condotto la selezione che questi effettui, nel primo periodo, delle chiamate a cadenza settimanale con il nuovo assunto per fornire uno sbocco confidenziale dove discutere di eventuali problemi.

Fornire un dizionario degli acronimi e modi di dire aziendali.
Chiunque abbia lavorato da qualche parte per un lungo periodo ne ha assorbito il gergo e i modi di dire, che si sono così radicati nella sua testa. Per aiutare il nuovo assunto a fare pulizia delle esperienze passate è utile che qualcuno si preoccupi di fornirgli un ‘dizionario’, non necessariamente scritto, degli acronimi e dei modi di dire aziendali. Tra l’altro letteralmente scrivere questo dizionario è anche un buon esercizio per migliorare la comunicazione aziendale verso l’esterno. Spesso infatti le aziende sono talmente abituate ad usare al loro interno il proprio gergo da non rendersi conto che per il pubblico esterno certe parole o frasi possono significare cose diverse o nulla proprio.